La sonnolenza diurna è una delle prime conseguenze delle apnee notturne. Quando le apnee diventano numerose e profonde , causano frequenti micro-risvegli non percepiti dal paziente, che impediscono l’approfondimento del sonno: il sonno disturbato  e di scarsa qualità comporterà stanchezza e sonnolenza diurna.

Se il paziente è attivo da un punto di vista psicomotorio, la sonnolenza può essere mascherata ed evidenziarsi prevalentemente in situazioni di tranquillità o nel dopopranzo. In questo caso tende ad essere minimizzata dal paziente, che può non riferirla al medico come un sintomo.

Se il paziente svolge attività poco stimolanti o ripetitive la sonnolenza si può evidenziare durante lo svolgimento delle attività quotidiane.

Nei casi più gravi la sonnolenza diurna arriva a produrre addormentamenti anche in situazioni inopportune (ad esempio sul lavoro o in presenza di altre persone), fino a rappresentare un rischio vero e proprio per la sicurezza del paziente e degli estranei.

Alla sonnolenza spesso si associano sintomi quali stanchezza e cefalea mattutina, irascibilità, deficit dell’attenzione e della memoria, riduzione della libido fino all’impotenza.

Gli uomini che soffrono di sindrome delle apnee notturne sono maggiormente a rischio depressione. Dagli studi clinici è emerso chiaramente che il rischio, in presenza di patologia moderata o grave, aumenta sino a quattro volte rispetto a chi non soffre del disturbo.

La riduzione dell’attività fisica legata alla sonnolenza ed alla depressione avvia un circolo vizioso con ulteriore aumento di peso ed aggravamento della apnee notturne.