Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
(OSAS – Obstructive Sleep Apnoea Syndrome)

Il sonno è frequentemente disturbato da fenomeni patologici che incrementano le resistenze al flusso aereo delle vie respiratorie superiori, e si manifestano con sintomi notturni quali il russamento, le ipopnee (riduzione del flusso), le apnee (abolizione totale del flusso),  frequenti movimenti anormali (sonno molto agitato), insonnia (spesso i pazienti si svegliano e restano insonni per lungo tempo).

Quando le apnee diventano numerose, e causano frequenti risvegli, il sonno disturbato si ripercuote sul comportamento in veglia: si osservano, con estrema facilità, sonnolenza diurna, cefalea mattutina, depressione, irascibilità, deficit dell’attenzione e della memoria, riduzione della libido fino all’impotenza.

Il ruolo patogenetico della sindrome delle apnee notturne nel sonno nella genesi dell’ipertensione è stato recentemente riconosciuto dall’American Heart Association. Nell’ipertensione refrattaria a trattamento farmacologico massimale è stata evidenziata nell’80% dei pazienti. La sindrome delle apnee notturne incrementa il rischio di infarto cardiaco, di scompenso cardiaco cronico e di ictus cerebrale, indipendentemente da altre condizioni di rischio.

Confrontati con i soggetti sani, i pazienti con apnee-ipopnee ostruttive nel sonno vanno incontro a più episodi di aritmie sinusali, sopraventricolari e ventricolari, ed inoltre la condizione respiratoria è connessa ad un aumento della frequenza della depressione notturna del segmento ST. Questi pazienti presentano più episodi aritmici anche durante il giorno, e la loro saturazione di ossigeno arteriosa minima è stata posta in correlazione con le aritmie stesse.

La polisonnografia notturna integrata con l’esame ECG Holter è l’esame fondamentale per la diagnosi della sindrome delle apnee notturne e delle patologie cardiocircolatorie associate.